IL VOSTRO ISTITUTO: IL GIARDINO DELL’EDEN O IL REGNO DELLA DESOLAZIONE?

 

Avete mai pensato a quanto sia importante e strategico il modo in cui si presenta il vostro istituto?

A me è venuto il dubbio che qualcuna di voi non si sia mai posta questa domanda.

Lo dico perché passando ogni settimana per decine di centri estetici, mi sono fatto un’idea piuttosto chiara su come dovrebbe essere un istituto di bellezza per essere chiamato come tale, e su quanta leggerezza ci sia invece in questo senso.

 

Per prima cosa voglio farvi fare una riflessione che potrà esservi utile per capire quanto sia importante l’aspetto del vostro centro, per questo faccio un accenno ai rapporti interpersonali.

Sono sicuro che dalla bocca di tutte voi sarà uscita almeno una volta la frase “LA PRIMA IMPRESSIONE E’ QUELLA CHE CONTA”! In pochissimi istanti siamo capaci infatti di formare un giudizio sulla persona che abbiamo davanti grazie al nostro istinto.

Dall’aspetto estetico unito ai piccoli gesti e dalle sensazioni suscitate dal primo incontro, si forma l’impressione che andiamo a farci su una determinata persona. A quel punto, se la reazione all’impatto iniziale è positiva, possiamo tirare un sospiro di sollievo….se dovesse essere invece negativa?

Mi dispiace deludere il vostro ottimismo, ma toglietevi dalla testa di avere poi tutto il tempo a vostra disposizione per far cambiare idea a una persona, sul vostro conto e nello specifico sul vostro istituto.

La realtà è che la prima impressione si forma in pochi instanti, ma per moltissimo tempo continuerà a influenzare il pensiero su di una cosa/persona.

Resterà ben impressa anche dopo aver avuto più tempo per conoscere meglio qualcuno o qualcosa e sarà così anche quando i fatti la smentiranno…è proprio il caso di dire: BUONA LA PRIMA!

 

In quest’ottica varrebbe forse la pena mettersi in discussione cercando di “aggiustare il tiro” per evitare così che il primo incontro si trasformi da “interessante opportunità” a “vero e proprio disastro”.

E’ forse il caso di fare un pò di AUTOCRITICA?

 

L’autocritica, anche se sana, non è una cosa facile da mettere in atto, perché quando nelle situazioni ci si sente tanto coinvolti, si perde spesso e volentieri la lucidità e la capacità di essere obiettivi.

Per questo motivo voglio aiutarvi mettendo nero su bianco alcuni aspetti che spesso vengono trascurati nei centri estetici e lascio poi a voi la possibilità di riconoscere se sono cose che vi riguardano oppure no.

Parlerò quindi delle cose che saltano subito agli occhi di chi come me è attento ai dettagli, ma badate bene, alcune mancanze sono davvero grossolane…

 

Caliamoci ora nei panni di una vostra POTENZIALE CLIENTE, che viene per la prima volta nel vostro istituto e vediamo cosa esce fuori seguendola passo dopo passo…

Il RACCONTO TRAGICOMICO che vado a fare ovviamente esaspera delle possibili situazioni.

Mi serve per farvi riflettere su un punto in particolare: cosa potrebbe far rabbrividire la vostra cliente o cosa potrebbe farla addirittura pentire di essere venuta da voi?

Bando alle chiacchiere e passiamo al racconto….

 

La nostra “cliente tipo” arriva alla porta dell’istituto e mentre suona, nell’attesa che qualcuno apra, scorge attraverso il vetro un BANCONE TRISTEMENTE VUOTO, dove ad accoglierla non c’è una persona sorridente, ma un cumulo insensato di prodotti e una “metallica” cassa i cui tasti fanno salti di gioia, non nel vederla arrivare, ma all’idea di quando la vedranno uscire!

 

Dopo qualche istante si sente un “click”,  la porta si apre e una voce dall’altra parte del locale invita la nostra cliente a entrare con un sonoro “arrivooo”!

 

Una volta ricevuta, si siede con la speranza riposta nel cuore, che i cinque minuti di RITARDO che le sono stati appena annunciati, non si trasformino in una snervante attesa…d’altronde è riuscita a essere puntuale incastrando l’appuntamento con voi tra un impegno e l’altro con così tanta fatica, che l’idea di tornare tardi al lavoro le crea non poca ansia…

 

Ma la nostra cliente è davvero ben intenzionata e decide, nell’attesa, di assumere un atteggiamento “zen”. Questo vuol dire diventare pienamente consapevoli del momento che si vive, senza rimuginare sul passato e senza scervellarsi sul futuro.

Ecco allora che afferra una RIVISTA e inizia a leggere gossip, talmente datati da essere sulla bocca di tutti da settimane….ne afferra allora un’altra e trova idee su come preparare la tavola per le feste natalizie….peccato che la Pasqua sia alle porte!

Appurato che le riviste non sono propriamente nuove e che, cosa gravissima, NULLA PARLA DI ESTETICA, dell’istituto, di quello che si propone o su cosa c’è una forte specializzazione, decide di concentrarsi sull’ambiente che la circonda e di rilassarsi, ma l’impresa non è per niente facile!

 

Da una stanza vicina arrivano i LAMENTI di una cliente che forse (pensa la nostra cliente) sta facendo la ceretta, da un’altra stanza arrivano le CONFIDENZE che un’altra cliente sta facendo all’estetista di turno e allora decide di concentrarsi su della buona musica.

Dalle casse in filo diffusione non proviene però una rilassante musica d’ambiente, quella che si sente è la voce stridula di una giornalista che aggiorna la nostra cliente sulle disgrazie dell’ultima ora.

Incredibile ma vero….l’istituto è sincronizzato su una FREQUENZA RADIO….e l’ansia cresce….

 

Cresce a tal punto che per allontanare il nervosismo, la nostra cliente si alza in piedi e decide di curiosare qua e là: nulla in quella piccola sala d’attesa crea la giusta atmosfera.

Nessuna cura dei dettagli, dai colori ai profumi, tutto sembra scoordinato.

Per non parlare delle VETRINE….e che vetrine!

Dozzinali, riempite con prodotti ammucchiati senza logica e tra i quali fanno capolino conchiglie colorate e pietre grigie che, prima di essere ricoperte da un dito di POLVERE, erano presumibilmente di un blu intenso!

I pensieri sull’allergia all’acaro della polvere vengono interrotti perché dopo venti minuti di attesa….è finalmente arrivato il turno della nostra cliente!

 

Viene chiamata con un “Prego signora” e non con un “Venga signora Maria” perché le nostre operatrici non hanno avuto l’accortezza di MEMORIZZARE IL NOME.

La nostra cliente viene accompagnata in cabina attraverso un piccolo corridoio, dove sparsi qua e là compaiono CARTONI di prodotti ancora da sistemare e dove dalle PORTE SEMIAPERTE delle stanze vicine, si intravedono clienti in posizioni improbabili e un piccolo bagno dove il piatto doccia è letteralmente coperto di cartoni….l’unica cosa libera che si vede è il lavandino e la tazza del wc (per fortuna!).

 

Una volta arrivata in cabina, la nostra cliente ha a disposizione qualche istante per prepararsi per la manicure e pedicure e poi…. che il restyling abbia finalmente inizio!

Dopo qualche iniziale momento di timidezza, il ghiaccio si scioglie e si inizia a parlare del più e del meno: la stanchezza primaverile, la Pasqua alle porte, la tanto desiderata estate che sta arrivando e le possibili mete da raggiungere durante le vacanze di agosto.

A questo punto……apriti cielo! L’operatrice si lascia andare e inizia a SFOGARSI.

Non potrà partire perché: i suoi genitori non stanno bene, il cane una settimana senza la sua presenza soffrirebbe di solitudine, partire con i figli oltre a essere stressante è pesante dal punto di vista economico, con il lavoro non sa come fare, il marito è apatico e bla bla bla…….

Un fiume in piena insomma, interrotto una volta dal telefono che squilla, una volta dal campanello che suona, una volta dalla collega che con lo sguardo del terrore stampato in faccia, chiede che tipo di trattamento fare alla persona appena arrivata in istituto.

La nostra cliente non sa scegliere il minore dei due mali: da un lato è fastidioso che l’estetista ogni due minuti interrompa quello che sta facendo per correre qua e là, ma dall’altro almeno queste DISTRAZIONI la fermano nel continuare a tirare fuori le cose personali e frustranti della sua vita.

 

Mani e piedi finalmente sono sistemati e un pensiero salta subito in testa alla nostra cliente: “che colpo di genio aver scelto il semipermanente…almeno non dovrò rimanere altro tempo chiusa qui dentro ad aspettare che asciughi lo smalto!”

 

Il tempo di rivestirsi, di prendere la borsa sottobraccio, di dare uno sguardo veloce alla cabina per assicurarsi di non aver lasciato nulla di personale e poi via verso la cassa!

La nostra cliente avrebbe voluto prendere una crema mani e qualcosa anche per il problema dei duroni ai piedi che la perseguita, ma non c’è stato modo di parlare dei suoi PROBLEMI ESTETICI e poi…le vetrine sono così poco invitanti….sembrano avere al loro interno prodotti di almeno cinque anni prima.

 

Il conto è saldato e la nostra stralunata estetista chiede di poter fissare un NUOVO APPUNTAMENTO per rimuovere il semipermanente e sistemare quindi mani e piedi.

La nostra cliente in cinque secondi passa al setaccio una sfilza di POSSIBILI SCUSE per rifiutare la proposta: torna mia sorella dall’America ed è estetista, sto per trasferirmi per sempre a Tenerife e poi spara quella più credibile…. “mi faccio risentire io, a lavoro sono così incasinata che non so mai quando poter prendere del tempo per me”.

 

Un frettoloso saluto e poi via di corsa verso l’ufficio dove la nostra cliente tornerà più stanca, ansiosa e nervosa di quando aveva messo piede nell’istituto…e poi ripensandoci bene…. non aveva mica tutti i torti l’estetista quando diceva di non poter partire per i soldi e per il lavoro….non sarà mica troppo superficiale la nostra cliente???

Per fortuna questi pensieri negativi passano e lasciano il posto alla concentrazione per il lavoro e alla consapevolezza che QUELLO NON E’ L’ISTITUTO DI BELLEZZA CHE FA PER LEI: altro che giardino dell’Eden, a confronto quello che ha appena visto è il regno del desolazione!

 

Come anticipato all’inizio di questo racconto, ho voluto esasperare una serie di situazioni che mi capita di vedere girando per i centri.

Ho voluto far finta che tutto capitasse alla nostra cliente e che il centro non ne azzeccasse nemmeno una.

Per fortuna nella realtà in alcuni centri non capita nulla di quanto descritto, in altri capita solo una cosa e, in altri ancora capitano più cose ma meno marcate rispetto al racconto.

Il mio obiettivo è sempre farvi riflettere, farvi riconoscere in qualcosa che non va e che potrebbe essere migliorata con delle piccole accortezze e senza grandi sforzi.

 

Dovete sempre pensare al vostro istituto quasi come a un LUOGO MAGICO, dove il tempo si ferma e dove colori, profumi e suoni, percorrono la stessa strada e dove le ansie e le preoccupazioni non possono varcare la soglia.

 

Ricordate che quando c’è delusione significa che le aspettative non sono state soddisfatte e la maggior parte delle persone deluse, non sarà disposta a darvi la seconda possibilità.

Capire che non si è perfetti e individuare le proprie lacune è già un grande passo verso il MIGLIORAMENTO e poi avete molti strumenti a vostra disposizione quindi, non sprecate altro tempo e datevi da fare!

Ogni nuovo appuntamento deve essere solo l’inizio di un lungo percorso beauty INSIEME A VOI!!!

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