“MISSIONE ABBRONZATURA CONSAPEVOLE: tra i doveri dell’estetista c’è anche quello di dare le giuste informazioni sul modo corretto di esporsi al sole”
Vacanze, sole, mare, spensieratezza, serate all’aperto, vestiti leggeri, corpo che si scopre, queste sono le cose che vengono subito in mente quando si pensa alla tanto desiderata ESTATE.
La stagione per voi PIÙ PROFICUA DELL’ANNO! La vostra agenda è piena di appuntamenti, nel vostro istituto c’è un continuo via vai di clienti (più o meno abituali), e vi trovate alle prese con trattamenti viso e corpo, manicure, pedicure e servizi di epilazione così numerosi da farvi pensare che forse, le vostre 10 ore di lavoro iniziano a essere addirittura scarse! Quello che mi sono chiesto e che mi ha fatto scrivere questo articolo è se, in questo vostro tran tran quotidiano, voi estetiste riuscite a dare alla QUESTIONE “ESPOSIZIONE AL SOLE – ABBRONZATURA – SOLARI”, la GIUSTA IMPORTANZA.
Girare per i centri estetici mi aiuta molto a capire quali sono le cose azzeccate e che funzionano, e purtroppo anche a scovare quelle che andrebbero migliorate o drasticamente cambiate. Durante le “visite” che faccio a ridosso dell’estate noto con disappunto che in alcuni casi vengono ACQUISTATI I SOLARI, in primo luogo da voi e in secondo luogo dalle vostre clienti, non per le caratteristiche che hanno, ma PER I GADGET IN OMAGGIO che vengono abbinati ai prodotti. Non voglio puntare il dito né contro di voi, né contro le vostre clienti, perché sono sicuro che le scelte sbagliate e fatte con leggerezza, non sono altro che il risultato della poca conoscenza che si ha di un certo argomento. Cercherò quindi di chiarirvi le idee e di darvi i giusti strumenti per scegliere in modo consapevole i solari da vendere in istituto, e per mettervi nella condizione di poter trasferire, anche solo in parte, alcune delle informazioni su un tema così importante come quello dell’ABBRONZATURA.
NEL LINGUAGGIO COMUNE si dice che UNA PERSONA È ABBRONZATA quando il colore della sua pelle scurisce, grazie all’esposizione solare o all’utilizzo di lampade UV. Analizzando questo fenomeno DAL PUNTO DI VISTA SCIENTIFICO, e secondo uno studio condotto dalla California University di San Diego, l’abbronzatura è LA RISPOSTA IMMUNITARIA del nostro corpo AI DANNI PROVOCATI DAL SOLE: nel nostro organismo, dopo un’esposizione al sole, si attiva infatti un processo infiammatorio che vede le cellule della pelle identificare ed eliminare altre cellule, sempre dell’epidermide, morte o dall’RNA rovinato dai raggi UV.
Protagonista indiscusso dell’abbronzatura è il MELANOCITA una cellula dell’epidermide che, producendo un pigmento chiamato MELANINA, riesce ad assorbire i raggi ultravioletti e a proteggere in questo modo il dna delle cellule della cute colpite da queste radiazioni. Da questo pigmento dipende il colore della pelle, dell’iride e dei capelli, e la sua distribuzione nel corpo e il quantitativo prodotto da ciascun individuo, variano in base alla razza, alle abitudini, all’età e alla zona corporea considerata (nel viso ci sono quasi 300 mila melanociti per mm2 invece nella parte interna dell’avambraccio solo 100 mila).
Prima di continuare a parlare di abbronzatura, voglio fare un passo indietro e raccontarvi qualcosa sui RAGGI SOLARI. Questi sono formati per un 4% dalle radiazioni ultraviolette, per un 44% dalle radiazioni a infrarossi e per il restante 52% dalle radiazioni visibili, e per analizzare il tema abbronzatura, prenderò in considerazione soltanto le prime.
LE RADIAZIONI ULTRAVIOLETTE si dividono in:
– RAGGI UVC sono i più penetranti e quindi i più pericolosi per l’uomo, fortunatamente la quasi totalità di essi non riesce ad arrivare sulla terra perché l’atmosfera, grazie alla presenza dell’ozono, li assorbe e li rilascia verso lo spazio.
– RAGGI UVB sono meno energetici rispetto ai primi, si concentrano soprattutto d’estate nella fascia oraria che va dalle 10.00 del mattino alle 16.00 del pomeriggio, e causano eritemi e scottature. Sono schermati dal vetro e dalle nuvole.
– RAGGI UVA hanno una carica energetica bassa e sono presenti tutto l’anno, soprattutto nelle prime ore del mattino, e a tutte le latitudini. Penetrano l’epidermide in profondità e sono i principali responsabili della comparsa degli eritemi, delle rughe, delle macchie solari, e della perdita di elasticità della pelle. Passano anche attraverso i vetri e le nuvole. Questo è quello che ci arriva dal sole, ma quali sono i benefici e i rischi associati?
Partiamo dai BENEFICI …
- Il sole è l’ALLEATO numero uno CONTRO LA DEPRESSIONE: l’esposizione alla luce solare favorisce la produzione della serotonina e della melatonina migliorando in questo modo gli stati di ansia, stress e malumore, e incidendo positivamente sulla qualità del
ATTENZIONE PERÒ!
Secondo uno studio condotto dall’università del Massachussetts, L’ABBRONZATURA DÀ DIPENDENZA come la droga. L’esperimento è stato fatto sottoponendo le schiene di alcuni topi a una dose giornaliera di raggi UV per 6 settimane. Gli animali hanno mostrato in questo lasso temporale, un notevole aumento del livello di endorfine nel sangue insieme a una minore sensibilità al tatto e ai cambiamenti di temperatura. Bloccando l’azione degli oppiacei mediante l’uso di uno specifico farmaco, l’esperimento ha dimostrato che nei topi si sono presentati i classici sintomi dell’astinenza: tremore, brividi e denti serrati.
Questa è la dimostrazione che il sole, favorendo la produzione di endorfine (ovvero sostanze dall’effetto oppiaceo), provoca tra le altre cose anche la dipendenza: ecco perché ci capita di vedere persone che, nonostante la loro pelle sia quasi carbonizzata, continuano imperterrite ad abbrustolirsi al sole.
- AIUTA A COMBATTERE alcune malattie della pelle come la PSORIASI E LA LUPUS. La terapia della luce ha mostrato di portare a un netto miglioramento di entrambe le patologie.
- FAVORISCE LA PRODUZIONE DI VITAMINA D, questa vitamina dalle proprietà anti tumorali, capace di rafforzare il sistema immunitario, è di fondamentale importanza per le ossa: facilita l’assorbimento del calcio e ostacola così l’insorgere di malattie come l’osteoporosi e il rachitismo. Nel periodo estivo l’esposizione al sole consente all’organismo di accumulare un quantitativo di vitamina D sufficiente anche per coprire la stagione invernale, e nei casi in cui l’esposizione solare insieme all’alimentazione non sono sufficienti a garantirne il giusto quantitativo, è necessario introdurla nell’organismo con l’assunzione di farmaci.
Ora passiamo ai RISCHI di un’esposizione solare eccessiva e non protetta.
- SVILUPPO DI TUMORI: il fototipo, la predisposizione familiare e la presenza di nei, sono caratteristiche da considerare quando si parla di melanomi, ma i raggi UV rappresentano senza dubbio il fattore di rischio più importante per lo sviluppo di tumori cutanei. Le radiazioni ultraviolette che penetrano nel derma, vanno infatti ad alterare il patrimonio genetico delle cellule presenti nell’epidermide e se questa trasformazione non viene riparata dai normali meccanismi cellulari, le cellule danneggiate possono trasformarsi in cancerose.
- PROBLEMI ALLA VISTA non proteggere gli occhi dai raggi del sole può provocare infiammazioni come fotocheratite (bruciore e accecamento temporaneo) e congiuntiviti, per questo è importantissimo indossare al mare occhiali dalle lenti scure.
- DANNI ALLA PELLE un’ eccessiva esposizione al sole comporta una RIDUZIONE di due proteine fondamentali per la pelle: ELASTINA e COLLAGENE.
La prima permette ai tessuti sottoposti a uno stiramento o contrazione, di ritornare alla loro forma originaria. L’elastina è presente oltre che nella pelle, anche nelle arterie, nella vescica, nella cartilagine, nei polmoni, nei tendini e nei legamenti. La seconda è una proteina di tipo strutturale ed è un componente fondamentale del tessuto connettivo, delle ossa e ovviamente della pelle, a cui dona sostegno e robustezza. Il sole insieme all’avanzare dell’età compromettono la capacità del nostro organismo di produrre collagene ed è per questa ragione che la pelle diventa più sottile e meno tonica.
Dopo avervi fatto una panoramica sulle radiazioni ultraviolette e sui rischi e benefici dell’esposizione solare, voglio rispondere a DIECI DOMANDE che sorgono spontanee quando si parla di ABBRONZATURA.
Avere le idee chiare VI AIUTERÀ A FUGARE DUBBI E PAURE DELLE VOSTRE CLIENTI e soprattutto a CONSIGLIARE LA PROTEZIONE SOLARE PIÙ ADATTA!
- SPF: CHE COSA SIGNIFICA QUESTA SIGLA che trovo sui solari?
SPF è l’acronimo di “Sun Protection Factor” e indica la capacità di un filtro solare di schermare la pelle dalle radiazioni UVB. COME VIENE CALCOLATO?
Mettendo a confronto il tempo di arrossamento della pelle protetta, con quello di una pelle non protetta. Per esempio SPF 2 sta a significare che una persona che usa quel tipo di protezione, prima di veder diventare rossa la propria pelle, può esporsi alla radiazione solare il doppio del tempo rispetto alla persona che non ha usato il filtro.
La protezione di un filtro aumenta in modo lineare solo se prendiamo in considerazione le scottature: una protezione 30 rispetto a una protezione 15 ci protegge due volte in più dalle scottature. Questa linearità non è mantenuta invece in termini di capacità del filtro di schermare la pelle dalle radiazioni: una protezione 30 filtra il 97% dei raggi UVB e una protezione 15 il 93%, e non la metà di quelli filtrati dalla protezione con SPF 30!
Nel 2008 la COMMISSIONE EUROPEA ha stabilito che la protezione dei solari che può comparire sulle etichette, può essere: bassa (6 – 10) media (15 – 20 – 25) alta (30 – 40 – 50) e molto alta ( 50+) e che i solari con SPF superiori a 50, non possono riportare sull’etichetta “protezione totale” perché la completa protezione dai raggi non esiste.
2) COME SCELGO IL LIVELLO DI PROTEZIONE PIU’ ADATTO A ME?
La scelta va fatta in base al FOTOTIPO di una persona, perché le reazioni all’esposizione solare sono diverse in base al colore della pelle, dei capelli e degli occhi. Questa classificazione viene fatta in dermatologia per indicare la qualità e la quantità di melanina presente nella pelle.
Vediamo quanti fototipi esistono, e che caratteristiche hanno.
– FOTOTIPO 1: la pelle è lattea o rossastra e cosparsa di lentiggini, i capelli sono biondi chiari o rossi, gli occhi sono verdi chiari o azzurri, sono persone che hanno un’elevatissima sensibilità al sole e per questo si scottano quasi sempre e non si abbronzano mai.
SPF consigliato: 50 +.
– FOTOTIPO 2: la pelle è molto chiara e presenta numerose lentiggini, i capelli sono biondi, gli occhi sono azzurri o verdi, hanno un’elevata sensibilità al sole, si scottano molto spesso e l’abbronzatura che riescono a raggiungere è leggermente dorata.
SPF consigliato: 50
– FOTOTIPO 3: la pelle è abbastanza chiara con alcune lentiggini, i capelli sono biondi scuri o castani chiari, il colore degli occhi è verde o azzurro scuro, hanno una media sensibilità al sole, si scottano spesso e raggiungono un’abbronzatura dorata.
SPF consigliato: 30
– FOTOTIPO 4: la pelle è olivastra, gli occhi sono di color marrone/marrone chiaro, i capelli sono castani, hanno una ridotta sensibilità al sole, ogni tanto si scottano e in una settimana raggiungono un’abbronzatura abbastanza intensa. QUESTO È il FOTOTIPO PIU’ DIFFUSO IN ITALIA.
SPF consigliato: 20
– FOTOTIPO 5: la pelle è scura e senza lentiggini, gli occhi sono di color marrone, i capelli sono neri, hanno una minima sensibilità al sole, si scottano raramente e in pochi giorni raggiungono un’abbronzatura molto intensa. È il FOTOTIPO PIÙ DIFFUSO IN MEDIO ORIENTE.
SPF consigliato: 10
– FOTOTIPO 6: il colore della pelle, degli occhi e dei capelli è scuro, non sono sensibili al sole, non corrono il rischio di scottarsi e riescono a raggiungere in un solo giorno di esposizione al sole un’ abbronzatura intensissima. SPF consigliato: 6
3) COME E QUANDO DEVO APPLICARE LA CREMA?
La crema va spalmata ALMENO 15 MINUTI prima di esporsi al sole, proteggendo tutta la pelle (labbra, orecchie, nuca, naso e occhi compresi) e l’applicazione va RINNOVATA OGNI DUE ORE e sempre DOPO AVER FATTO IL BAGNO.
La DOSE MINIMA che un adulto dovrebbe applicare sul corpo per essere realmente protetto è di 36 grammi circa di prodotto (6 cucchiai pieni) .. non bisogna essere avari!
4) POSSO USARE LE CREME DELLO SCORSO ANNO?
La risposta è quasi sempre NO. Prima di tutto perché solitamente la DURATA DELLE CREME solari è di 12 mesi dall’apertura (sulla confezione il numero di mesi di validità è riportato vicino al simbolo di un barattolo aperto e si chiama PAO “Period After Opening”), e in secondo luogo perché le creme “sopravvissute” alla precedente stagione estiva, hanno sopportato sabbia, sole e tappi chiusi male, e la loro efficacia è davvero improbabile.
5) SE METTO LA CREMA MI ABBRONZO MENO? Anche in questo caso la risposta è NO! Mettendo la crema ci si abbronzerà IN MODO PIÙ LENTO E GRADUALE, ma il COLORITO SARÀ PIÙ RESISTENTE e si potranno limitare molti danni alla pelle.
Ricordiamoci sempre che lo scopo della crema è trattenere “il peggio” che può arrivare dal sole, quindi non bisogna pensarla come a un nemico!
6) POSSO FAR ESPORRE AL SOLE IL MIO BAMBINO?
Prima dei tre anni è raccomandato di portare in spiaggia i bambini a patto che indossino indumenti, occhiali da sole e cappellino. Quando crescono, bisogna sempre ricordarsi di rimettere la protezione con intervalli inferiori alle due ore e dopo ogni bagno. Seguire questi accorgimenti è importantissimo perché alcuni studi hanno dimostrato che sono proprio le scottature prese da bambini che possono trasformarsi, con l’età adulta, in melanomi.
7) POSSO EVITARE DI METTERE LA CREMA SE STO SEMPRE SOTTO L’OMBRELLONE O SE SONO GIA’ ABBRONZATA?
La risposta in entrambi i casi è NO.
Punto primo, stare all’ombra non ci mette al sicuro dai raggi UV perché le RADIAZIONI vengono RIFLESSE DALL’ACQUA DEL MARE E DAL COLORE CHIARO DELLA SABBIA, punto secondo anche una pelle già abbronzata può scottarsi perché la sua capacità di proteggersi dalle radiazioni è sempre più bassa di quella che hanno le protezioni solari.
8) PER QUANTO TEMPO POSSO STARE SOTTO IL SOLE SENZA CORRERE RISCHI? La risposta non è la stessa per tutti, si tratta di un vero e proprio CALCOLO MATEMATICO che dipende dal fototipo, dal corrispondente valore della pelle e dal valore dell’SPF.
Vediamo nel dettaglio che significa individuando come prima cosa il valore dei vari tipi di pelle.
I primi due fototipi (quelli con la pelle chiarissima) hanno un valore della pelle pari a 5. Il terzo fototipo (quello con la pelle chiara) ha un valore della pelle pari a 10. Il quarto, il quinto e il sesto fototipo (dalla pelle olivastra a quella molto scura) hanno un valore della pelle pari a 15.
Una volta conosciuti questi dati, per sapere il tempo massimo di esposizione solare, basta MOLTIPLICARE IL VALORE DELLA PELLE PER IL FATTORE PROTETTIVO DELLA CREMA.
Esempio: una persona con fototipo 2 e con valore della pelle pari a 5, che mette una protezione solare con SFP pari a 50, può stare sotto al sole per 250 minuti, ovvero per 4 ore e 10 minuti (5×50).
9) CHE TIPO DI FILTRI HA UNA PROTEZIONE SOLARE?
Tutte le creme protettive, per essere definite tali, devono contenere dei filtri capaci di bloccare le radiazioni UV e di proteggere la pelle. Esistono due categorie di filtri solari:
- FILTRI SOLARI CHIMICI (spesso sostanze sintetiche) sono delle molecole capaci di assorbire le radiazioni provenienti dal sole e di rilasciarle poi sottoforma di energia aumentando la sensazione di calore provata sulla pelle.
- FILTRI SOLARI FISICI (spesso sostanze naturali quindi meno allergizzanti) sono delle particelle dotate di opacità, capaci di riflettere le radiazioni UV e di impedire a queste di raggiungere la pelle. Tra questi c’è il biossido di titanio. Solitamente le creme solari li contengono entrambi perché solo così si riesce a garantire un’ampia protezione dai raggi UVA e
10) COSA DEVO CONTROLLARE PER SCEGLIERE UNA BUONA PROTEZIONE SOLARE?
Un prodotto solare ideale, oltre a essere FOTO STABILE E TERMO STABILE (sottoposto al sole e a certe temperature deve mantenere inalterate le sue proprietà), deve rispondere ad altri requisiti, vediamo quali sono così da scegliere una protezione VALIDA:.
- LIVELLO DEI FILTRI UVA indicato sulla confezione con la dicitura “bassa”, “media”, “alta”, “molto alta”.
- LIVELLO DEI FILTRI UVB indicato sulla confezione con il numero che segue l’SPF.
- WATER RESISTANT indica la capacità della crema di rimanere sulla pelle anche quando si fa il bagno. Il test che viene fatto dai produttori delle creme per verificare questa proprietà, consiste nell’immergere una parte del corpo in una bacinella d’acqua dopo aver spalmato la protezione, e di verificare quanto prodotto rimane sulla pelle.
- PRINCIPI ATTIVI ovvero sostanze capaci di conferire alla protezione solare delle caratteristiche particolari, vediamo i principali:
– Estratti vegetali come l’estratto di pino marittimo, l’olio di jojoba e l’aloe vera, aiutano la pelle a mantenere il corretto livello di idratazione.
– Le vitamine come la vitamina E, sono dei potenti antiossidanti e aiutano a prevenire l’invecchiamento della pelle contrastando l’azione dei radicali liberi.
– Fermenti come il Thermus Thermophillus contrasta l’invecchiamento cutaneo e protegge il dna delle cellule dai raggi UV.
– Ceramidi come la cera di girasole presente negli stick protettivi labbra, fungono da barriera contro le aggressioni esterne e idratano la pelle.
- TIPO DI EMULSIONE oltre agli oli e alle acque solari, due sono le tipologie principali:
– Emulsioni olio in acqua O/A. Sono leggere e di facile applicazione, hanno poca resistenza all’acqua
– Emulsioni acqua in olio A/O. Sono più pesanti delle prime e per questo vanno stese sulla pelle con maggiore accuratezza. Sono quasi sempre water resistant.
I solari di ultima generazione sono riusciti a raggiungere un ottimo compromesso tra facilità di stesura, protezione e resistenza all’acqua.
Dopo aver letto per intero l’articolo, pensate ancora che si possa scegliere con leggerezza un solare e che valga la pena comprarlo perché l’azienda regala un gadget?
Spero che la risposta sia no e che io sia riuscito a sensibilizzarvi sull’argomento abbronzatura, dandovi come sempre, materiale da “raccontare” alle vostre clienti in istituto!